mercoledì 19 settembre 2012

Mr. Romney e il Necronomicon

Stanno destando grande clamore negli USA. Da noi sono state retrocesse sui giornali e le TV quasi al rango di gossip. come se (patetici provinciali che non siamo altro!) le sorti politiche della più grande potenza economica, militare e culturale d'Occidente non ci riguardassero.

Sto parlando delle dichiarazioni di Mitt Romney, in corsa per il Partito Repubblicano alla presidenza della Casa Bianca, incautamente rilasciate in occasione di una cena di raccolta fondi organizzatagli da uno dei suoi amici magnati (magnaccia?) a stelle e strisce, uno di quei nemici dell'umanità e del pianeta che sotto la copertina della Bibbia tiene in realtà una copia del Necronomicon.

Il Romney-pensiero, rubato dalla telecamera di uno smartphone, suona più o meno così:

"Circa la metà di questo Paese - vale a dire gli elettori di Obama - è composta da poveri straccioni che (orrore!) pretendono dal loro governo diritti e servizi. Questi sono solo dei maledetti parassiti che non ho la benché minima intenzione di rappresentare qualora venissi eletto Presidente degli Stati Uniti d'America. Per quel che me ne frega possono anche morire tutti di fame. Tanto sono così poveri che con le loro tasse non mi ci potrei pagare neanche un hot-dog al prossimo Superbowl."

La cosa insolita e oggettivamente nuova è che Romney, colto in castagna, non si è dedicato al solito sport del politico di vaglia: la smentita tripla carpiata con avvitamento. Anzi, il suo staff ha precisato che quello era il suo autentuico pensiero, che magari andava espresso in una forma un tantino meno brutale perché Mitt è un tipo educato e conosce le regole del bon-ton televisivo.

La maggior parte degli analisti politici americani sostiene che con questa uscita Romney si sia giocato definitivamente l'ambita poltrona. Forse è così; me lo auguro. Ma io, al posto, loro non esibirei tanta sicumera.

Quando parliamo di "democrazia malata" in Occiente, infatti, non dovremmo tanto pontificare sul livello di involuzione del discorso e del pensiero politico di alcuni candidati o partiti. Al contrario, per dirla con Norberto Bobbio, questi fatti testimoniano proprio del grado di vitalità e di apertura di una democrazia, che per essere autenticamente democratica deve riconoscere il diritto di espressione a qualunque posizione, anche - paradossalmente - ad una posizione antidemocractica ed ultra elitaria come quella di Mr. Romney.

Di più, nella aperta rivendicazione che Romney ha fatto delle sue parole, invece di trincerarsi nel ben più comoda lagnanza su improbabili complotti orditi dai Democratici ai suoi danni, bisogna riconoscere un elemento di innegabile onestà "intellettuale", il virgolettato è d'obbligo per uno che si vanta in vita sua di aver letto solo in Necronom... pardon la Bibbia. Una limpida chiarezza di intenti che fa sì che, oggi, chi ha deciso di votare per Romney sappia esattamente a chi e a cosa sta consegnando la sua delega all'esercizio del potere.

La democrazia rivela il suo stato di sofferenza quando queste posizioni ricevono consenso. Quando, cioè, una visione egoista, crudele, cinica, ingiusta, elitaria e ignorante del mondo e dell'umanità diventa preponderante non grazie ad un colpo di stato, ma in virtù del consenso popolare.

Ehi! Gli americani hanno dato le redini della carrozza per dieci anni ad uno che ha bombardato mezzo mondo, teneva il binocolo all'incontrario come nelle macchiette, pensava che The Talibans fossero un gruppo grunge e a momenti si strozzava con una nocciolina! Obama ne sa un po' più di musica, forse sta più composto a tavola, ma in quanto a seminare il mondo di bombe...

E noi italo forzuti, popolo di santi, navigatori, coglioni e mafiosi, per non essere da meno abbiamo messo per quasi venti anni a capo della baracca un tragicomico incrocio fra un pornodivo in disarmo, il Lino Banfi dei tempi della commedia sexy e Don Raffaè. Ecchecchezzo! Vengo da Canosa e mo' mi porto a letto la mamma e la sposa!

Con un'unica, forse piccola ma per me non trascurabile differenza. Una differenza di stile, e lo stile conta eccome: Mitt Romney del suo disprezzo per i deboli ne fa un vanto ed un programma politico. Da noi nessuno avrà mai il feroce coraggio di tanta chiarezza.

È così che ci prendono per il culo da sessant'anni. È così che da sessant'anni noi italiani fingiamo ogni volta di cadere dalle nuvole: l'alibi di ferro per tutte le nostre italiche meschinità.

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