mercoledì 17 dicembre 2008

Sul maltempo ai Castelli Romani.

Tre giorni fa ho sentito al TG1 in prima serata (e già la cosa mi ha colpito) un servizio che attribuiva la causa dei molti smottamenti del territorio laziale alla presenza eccessiva di nuclei abusivi, asfaltazione e presenza eccesiva di cave.

Oramai, e per fortuna, è di dominio pubblico: il consumo di territorio sfrenato aggrava in maniera drammatica le sorti idrogeologiche delle aree locali, con conseguenti danni, stato emergenziale cronico e dispendio incredibile di soldi pubblici per far fronte alle emergenze e per gli (oramai) innumerevoli interventi di ripristino straordinari.

Questa gestione dissennata del territorio non solo devasta l'ambiente e peggiora gravemente la qualità della vita delle nostre comunità castellane, MA CI COSTA ANCHE UN SACCO DI SOLDI, soldi che potrebbero, e dovrebbero, essere spesi per i servizi, per l'assistenza al disagio sociale, per la riconversione del territorio in chiave turistico/culturale. Così da riuscire a mettere definitivamente in sicurezza il nostro patrimonio storico/ambientale, facendone il punto di volta di una nuova economia locale, a filiera corta, rispettosa delle nostre esigenze di castellani, che non sono (e non sono suddite di) quelle di Roma.

Il lavoro che sta facendo il Parco Regionale dei Castelli Castelli Romani è, secondo me cruciale, in questo senso. Pare che, dopo tanti anni, finalmente il parco stia funzionando: pur con le difficoltà, e con i trascorsi della mala gestione della destra e del periodo commissariale.

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