martedì 14 ottobre 2014

Con quella faccia un po' così

Poche cose sono certe nella vita, le possiamo contare sule dita di una mano: la morte, la sfiga, il fatto che ti innamorerai almeno una volta in vita tua e il fatto che i politici vanno in sollucchero dinnanzi alle tragedie poiché queste consentono loro di prodursi in un meta-teatro dell’assurdo nel quale tutti, nel dire agli altri di non fare passerelle elettorali, ne approfittano per fare la loro.

Ovviamente se c’è qualche vita rovinata di mezzo ancora meglio; con il morto - poi - scatta l’orgasmo.

La cosa impressionante è la capacità di questi signori di riuscire a spremere dalla tragedia l’umore che più gli fa comodo. Qualcuno ci va a spremere la bile della rabbia, qualcun altro il sangue del dolore, altri ancora le lacrime della disperazione. E, certo, non mancano i coprofili che sopra ogni altra cosa amano spremere la merda.

Dai, vediamone rapidi rapidi qualcuno.

Per Renzi Genova è la prova che bisogna abbattere le regole e la burocrazia. Che poi Genova sia il prodotto proprio dell’assenza di regole è roba da professoroni e la sinistra deve anticipare il futuro e comunque non gli dovete rompere il cazzo perché ha preso il 41%. Il che, peraltro, è vero.

Per Doria Genova è la prova che i Sindaci sono impotenti. Poi magari ci spieghi allora che cazzo lo fai a fare il Sindaco. Ma ci sono interrogativi che, come i Misteri di Fatima, sono destinati ad avere risposta solo quando a Dio piacerà.

Per Salvini, da ammirare comunque per l’adamantina coerenza, Genova è la prova che i negri di merda non spalano nemmeno il fango della città che li ha accolti. Che invece non è vero: si stanno dando da fare pure loro, masticazzi perché comunque sempre negri sono e devono tornarsene a casa loro. Magari qualcuno di quei negri è pure cittadino genovese e quindi a casa sua già ci sta. Ma fare più di due domande a Salvini pretendendo una risposta diversa da “negri di merda” è proprio da stronzi.

Per Beppe Grillo Genova è la prova che Renzi sapeva in anticipo dell’alluvione e non ha fatto niente per impedirla, che forse è pure vero. È la prova che lo SbloccaItalia è una ciofeca, il che è indiscutibilmente vero. Ma, viste le contestazioni che l’hanno riguardato, è anche la prova che di questi giorni a Genova chiunque si affacci per altri motivi che spalare il fango a testa basta ha un po’ rotto il cazzo.

E per Vendola Genova è la riprova che bisogna stare nella manifestazione davanti a Montecitorio di domani a fianco dei movimenti per la difesa del territorio, cioè di quei tipi che Renzi chiama i “comitatini”. Poi ovviamente alle regionali, alle provinciali, alle comunali alle condominiali col PD che sputa sui comitatini ci fai l’alleanza del mitico centrosinistra. Ma per spiegare l’arcano c’è sempre una supercazzola pronta all’url http://metilparaben.blogspot.com/2011/01/generatore-automatico-di-comizi-di_14.html (NOTA DISCLAIMER 1: ce ne sono almeno una decina di siti che fanno lo stesso giochetto, ho solo scelto il primo che mi ha dato Google.)

E così andando, anche altri e altri e altri hanno la loro Genova che guardano con quella faccia un po’ così… un po’ da squallidi disumani pronti a sciacallare di tutto e di più. Anzi, meglio il di più. (NOTA DISCLAIMER 2: sciacalli miei abbiate pietà dell’ingiusto paragone, ma voi lo sapete che vi amo come a tutti gli animali non umani del creato!).

Ma la cosa che più ci può far fieri d’essere italioti non è certo la nostra classe politica, anche perché ce la siamo scelta e ce la siamo scelta perché ci assomiglia. No. L’apice lo si raggiunge quando le "forze dell’ordine” (?) vanno in giro a minacciare di arresto i ragazzi volontari che spalano il fango senza che la Protezione Civile o il Comune gli abbiano nemmeno passato un paio di guanti.
Là si. Là si che c’è da esser fieri.

domenica 2 febbraio 2014

Vicolo cieco

La "sinistra" italiana (ormai il virgolettato per me è d'obbligo) ha imboccato l'ennesimo vicolo cieco.

E conoscendo la rara intelligenza dei suoi gruppi dirigenti, sono abbastanza certo che invece di innestare la retromarcia, premerà sull'acceleratore a tavoletta per andare a sfracellarsi col consueto tragicomico finale. A quel punto i più furbi (non i più intelligenti, i più furbi), quelli che si sono messi la cintura di sicurezza, raccoglieranno i rottami per portarli allo sfasciacarrozze del PD, cercando di farci un po' di gruzzolo.

Il che è davvero deprimente, perché secondo me il M5S non è la risposta giusta: lì dentro per ogni persona brava, onesta e capace (che pure c'è) ci sta un seguace di Adam Kadmon e un fascista. E questo rapporto 2:1 non lascia ben sperare...

Ma quando le persone piuttosto che l'esistente preferiscono Adam Kadmon e "vaffanculotroiazoccolamafiosorottoinculonegrodimerda", una mente degna di questo nome qualche interrogativo potrebbe pure porselo.

sabato 11 gennaio 2014

L'affaire Cerroni: i nodi vengono al pettine

L'arresto di Manlio Cerroni e dei suoi sodali nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione criminale dei rifiuti nel Lazio, e sul piano da questi architettato per costituire un monopolio di fatto nella nostra Regione, possiamo ragionevolmente ritenere che ponga la parola fine non solo all'ipotesi di realizzazione dell'inceneritore di Albano Laziale ma anche allo squallido sistema di corruttela che ha visto coinvolti imprenditori disonesti, politici corrotti e funzionari pubblici in vendita al miglior offerente.

Tuttavia le ricostruzioni giornalistiche che si stanno susseguendo presentano quasi tutte un eccesso di semplificazione nel raccontare l'intera vicenda che rischia di prestarsi a numerosi fraintendimenti e di non rendere giustizia all'operato di quanti, in quei giorni, produssero uno sforzo straordinario per inceppare il meccanismo ben oliato del Supremo e dei suoi compagni di merende.

Procediamo per punti.

A) Non è vero che l'allora Assessore Regionale all'Ambiente Zaratti abbia fatto pressioni per far rilasciare un parere negativo sull'impianto agli uffici VIA (Valutazione Impatto Ambientale), uffici che pure ricadevano sotto la responsabilità dell'Assessorato stesso. Non è vero perché ciò avrebbe costituito una violazione della legge Bassanini che postula l'autonomia dei procedimenti amministrativi dagli indirizzi politici. Ciò che Zaratti fece all'epoca fu di fare politicamente quadrato attorno a quegli uffici affinché potessero rendere il loro parere in completa autonomia, senza cioè subire pressioni da parte di chicchessia. Gli "scagnozzi" di Zaratti di cui si parla nelle intercettazioni telefoniche altri non sono che il sottoscritto, Guglielmo Abbondati, Claudio Fiorani, Fabio Papa (allora segretario del WWF Castelli Romani) Roberto Salustri ed altri che all'epoca si sottoposero ad un lavoro massacrante per esaminare tutta la proposta progettuale depositata da Cerroni e smontarla punto per punto con la presentazione di una quantità impressionante di osservazioni - tutte nel merito scientifico e tecnico - che evidenziavano le numerose criticità ed illegittimità del progetto stesso: a partire dall'approvvigionamento idrico dell'impianto, per proseguire con l'artefazione delle previsioni di emissioni inquinanti in atmosfera, sino all'ingiustificato dimensionamento dell'impianto per concludere con l'illegittimità dell'iter amministrativo nel suo insieme, perché quell'impianto, semmai, avrebbe dovuto essere messo a regolare bando di gara europeo. Quelle osservazioni fecero sì che gli uffici rigettassero, per scienza e diritto, la VIA.

B) L'Assessorato Regionale all'Ambiente non ha mai avuto fra le sue deleghe quella ai rifiuti. L'opacità amministrativa sotto questo profilo è impressionante: il Governo Prodi assegnò in un primo tempo i poteri commissariali a Marrazzo, che però continuò ad esercitarli indebitamente anche quando la fase commissariale si era chiusa a termini di legge. Da quel momento in poi la reiterazione dei poteri commissariali a Pecoraro e Sottile si mescola in maniera inestricabile (ma a far luce ci penserà la magistratura da qui in avanti) con l'assegnazione della delega fantasma ai rifiuti. A quanto mi consta lo stesso Mario di Carlo, sebbene indicato ad un certo punto come responsabile dei rifiuti per il Governo Marrazzo, non ricevette mai ufficialmente quella delega, né mi risulta che lo stesso Marrazzo ne abbia mai assunto l'interim; se qualcosa del genere è avvenuto è stato - lo ripeto - nella più completa opacità ed illegittimità amministrativa. L'Assessorato all'Ambiente era titolare del procedimento di VIA e si dispose sempre allo stretto rispetto delle sue funzioni, senza ingerenze di sorta né fantomatiche battaglie politiche per avere la delega ai rifiuti.

C) È mia fermissima convinzione, sebbene non abbia prove di ciò, altrimenti mi sarei già recato alle autorità competenti per trasmettergliele, che il processo di delegittimazione dell'Assessore Zaratti che né seguì - vera e propria macchina del fango all'opera - ebbe il senso di una ritorsione ai suoi danni per non essersi piegato a quel meccanismo corruttivo che infestava la Regione Lazio, tanto nella compagine di governo che in quella amministrativa. Le mostruosità che circolarono in quel periodo su Zaratti, che avrebbe recitato una parte in commedia di finta contrarietà all'impianto solo per non inimicarsi il suo bacino elettorale, vengono oggi - e definitivamente - smentite dalle carte degli inquirenti. Anzi, proprio quelle carte testimoniano della posizione scomoda che Zaratti assunse sulla questione, che non mollò mai la presa e che resistette a tutte le pressioni politiche che ne seguirono. Personalmente credo - anche se lui non lo ammetterà - che Filiberto abbia ricevuto persino delle minacce, delle quali non ci parlò mai perché non è tipo da farsi intimidire, né uso a lagnarsi o a fare la vittima. E credo che a quella macchina del fango qualcuno si sia prestato scientemente per volgare e cinico tornaconto politico/elettorale, e molti per ingenuità, ignoranza e - seppur comprensibile - sfiducia generalizzata nella politica.

D) Infine mi preme rimarcare che quanto detto sinora non toglie una virgola allo straordinario lavoro fatto in questi anni da associazioni e comitati, a cui va eterna gratitudine per avere tenuto alta l'attenzione dei cittadini sulla questione, per aver diffuso la consapevolezza circa i pericoli mortali dell'impianto di Albano e per aver proseguito senza sosta la difficilissima battaglia legale grazie alla quale i piani criminosi di Cerroni&Co. sono stati tenuti in stallo per tutto questo tempo.

Credo che siano finalmente giunti tutti i nodi al pettine e che si possa riconoscere con serenità i meriti dei protagonisti di questa vicenda i quali, ciascuno per le proprie capacità e competenze, hanno equamente contribuito a conseguire questa storica vittoria di civiltà, democrazia e legalità.

giovedì 9 gennaio 2014

Come Cassandra

Noi ecologisti siamo abituati da anni a sentirci dare delle "Cassandre". Nelle intenzioni di chi muove questa critica stupida e ignorante dare della "Cassandra" significa dare del cialtrone, dell'allarmista. Insomma, uno che spara cazzate a vanvera.

Peccato che ad avere un briciolo di cultura si saprebbe che Cassandra era una profetessa infallibile, solo che non veniva creduta dagli altri sin quando le sue previsioni, puntualmente, non si realizzavano.

Lo ricordo come fosse ieri, sebbene siano passati alcuni anni: durante una iniziativa per fermare la realizzazione dell'inceneritore di Albano dissi che Cerroni & compagnia bella non dovevano dormire sonni tranquilli, che la giustizia è lenta ma inesorabile e che sarebbe venuto il giorno in cui le loro nefandezze sarebbero state oggetto di indagine giudiziaria con tutto ciò che ne sarebbe conseguito.

Anche in quell'occasione ci furono i soliti imbecilletti servi dei potenti di professione che mi diedero della "Cassandra".

Oggi Manlio Cerroni, Luca Fegatelli e Raniero de Filippis, Pino Sicignano e altri ancora sono finiti in manette proprio nell'ambito di indagini relative all'affaire monnezza. Il reato ipotizzato, per ora, è quello di truffa, ma ho come l'impressione che nel prosieguo dell'attività investigativa e giuridica emergeranno fattispecie persino più gravi e che le responsabilità si estenderanno ad altre figure.

Lo so, non è proprio il massimo dell'aplomb e della galanteria, ma stavolta non riesco a trattenermi.

Allora cretini senza midollo e senza dignità, Cassandra vi ha rotto il culo, eh?

mercoledì 18 dicembre 2013

Il Rapporto 2013 del WWF sulla Biodiversità.



Scarica l'abstract del Rapporto oppure Scarica il Rapporto intero.

La vita sulla Terra è stata ripetutamente oggetto di straordinari sconvolgimenti e profonde modificazioni nei suoi 3.8 miliardi di anni di presenza sul nostro pianeta. Negli ultimi secoli l’estensione e la scala delle pressioni provocate dalla specie umana sulla biosfera, la meravigliosa “crosta” di aria, acqua e terra dove è possibile la vita, sono considerate assolutamente senza precedenti e stanno alterando la complessa dinamica degli ecosistemi e modificando persino il clima della Terra, provocando la crescita delle temperature, modificando le precipitazioni, fondendo i ghiacci polari ed i ghiacciai, facendo declinare il pH degli oceani, aumentandone così l’acidificazione.

Oggi l’intera ricchezza della vita sulla Terra, la biodiversità, è in pericolo e al suo stato di salute e di vitalità è strettamente legato il benessere, lo sviluppo e la sopravvivenza delle società umane.

Ma, paradossalmente, l’intervento umano è considerato dagli studiosi la prima causa di distruzione della biodiversità.

Il WWF, la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura, nata nel 1961 e presente in oltre 100 paesi al mondo, ha come suo compito principale quello di conservare la ricchezza della vita sulla Terra e di ridurre l’impronta umana sui sistemi naturali.

La missione del WWF è fermare il degrado della natura sul pianeta e costruire un futuro in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura.
Il rapporto WWF sulla biodiversità mira ad essere una vera e propria messa a punto delle tante informazioni, conoscenze, progetti, azioni, programmi e politiche che si stanno realizzando in tutto il mondo, dedicando ovviamente ampio approfondimento alla situazione italiana, con lo scopo di fornire un quadro fondamentale necessario per difendere la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra.

Il Rapporto viene realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Ecologia (SItE), l’organizzazione scientifica degli ecologi italiani, in prima linea nella ricerca scientifica e nell’avanzamento delle conoscenze sulla biodiversità. E’ infatti una modalità di lavoro consolidata del WWF quella di agire basandosi sempre sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili.

Il Rapporto è il primo di una serie che il WWF desidera realizzare ogni anno, per fare il punto sulla situazione e informare l’opinione pubblica, i decisori politici, il mondo delle istituzioni e quello dei media sullo stato della biodiversità , sullo stato del nostro meraviglioso capitale naturale, sulle situazioni critiche e sui progressi fatti e da fare per la sua tutela.

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